Marco ‘Europa. La grazia e il potere
E’ uscito il volume Marco d’Europa. La grazia e il potere. Studi su Marco d’Aviano e un’immagine della liberazione di Vienna, edito dalla Libreria al Segno Editrice
Il volume intende offrire una lettura poco usuale del cappuccino di Aviano, a partire dal dipinto di Johann Melchior Roos, Marco d’Aviano tra i protagonisti della battaglia di Vienna, di cui si occupa Simone Andreoni, e del contributo polacco alla vittoria di Vienna, trattato da Margherita Agostini, che cerca di identificare il cavaliere morente al centro del dipinto, dopo avere individuato le caratteristiche degli ussari polacchi, corpo al quale lo stesso apparteneva, e il mito del sarmatismo, cui si rifaceva la nobiltà polacca del tempo.
Giordano Brunettin, domandandosi perché l’operato di padre Marco possa essere considerato prodigioso e apostolico, sottolinea l’opera di censura sull’idea di Europa che avevano Innocenzo XI e padre Marco e il profondo mutamento intervenuto nelle corti europee, dominate sempre più dall’assolutismo e dal machiavellismo. L’emergere dell’individualismo è stato certamente un elemento nuovo dell’Europa moderna e “il distacco che ormai era consolidato nella politica europea tra legge morale soggettiva e ragion di Stato rendeva dunque inaccessibili i governi alle istanze della Sede Apostolica per un ordine europeo che (…) mirava a realizzare una Respublica fidelium superando le spaccature confessionali” (p. 91). Per raggiungere questo fine i papi si affidarono soprattutto ai cappuccini: “L’umiltà, la semplicità, la ferma mitezza, la disarmante carità dei padri cappuccini consentiva loro di accedere più facilmente alle camere di potenti e di trovarvi attenzione, andando subito al nocciolo dei problemi, superando le formalistiche schermaglie che caratterizzavano la diplomazia istituzionale” (p. 94). L’azione di padre Marco aveva due obiettivi: la difesa contro l’impero osmanico e la pace tra i principi cristiani. Il secondo obiettivo era più difficile “per un lento e graduale processo di riduzione all’immanenza del principio teologico del Corpo mistico di Cristo e della regalità di Cristo con la conseguente assolutizzazione del potere dello Stato” (p. 102).
Particolarmente originale è il contributo di Agostino Molteni, che tratta il pensiero teologico di padre Marco, tema questo sino ad ora poco studiato: ne emerge un pensiero sorprendentemente attuale e moderno, capace di “far accadere il pensiero”, come diceva Péguy. Anche l’analisi delle virtù taumaturgiche di padre Marco, che costituiscono un aspetto importante per spiegare il suo successo in ambito europeo, presenta aspetti di novità, se non altro per l’evidente accentuarsi delle stesse in prossimità della liberazione di Vienna, come evidenziato opportunamente da Andrea Menegoz. L’indagine di Walter Arzaretti sulle testimonianze pordenonesi riguardanti padre Marco ci riporta all’ambiente friulano che ha forgiato la tempra del cappuccino, così semplice e frugale. E infine la pubblicazione del Diario di Giacomo Sobieski, tradotto dal polacco da Pawel Szatkowski, con una corposa introduzione di Margherita Agostini, ci riporta all’assedio di Vienna e alle vicende della famiglia Sobieski dopo la morte di Giovanni III, anni in cui molto probabilmente fu realizzato anche il dipinto di Roos.